Perchè è naturale dimenticare quanto studiato? E come risolvere questo problema?

Perchè è naturale dimenticare quanto studiato? 

E come risolvere questo problema?

In questo articolo ti spiegherò perchè è naturale che tuo figlio dimentichi quanto ha studiato, se anticipa troppo la fase di studio rispetto a quella del test, e come ovviare a questo problema, riuscendo comunque ad evitare lo studio forsennato dell’ultimo momento.

Questa è infatti una delle frequentissime motivazioni che genitori e ragazzi mi portano per farmi capire perché lo studio non è organizzato nel tempo e non si lavora con una adeguata pianificazione.

Si tratta di una motivazione comprensibile e molto chiara.

Questo perché dobbiamo pensare a come funziona la nostra memoria: qualsiasi cosa memorizziamo oggi, nel tempo va in oblio, in modo tanto rapido quanto lo stimolo memorizzato è stato confuso, o banale, o poco legato alle conoscenze pregresse, o ancora elaborato in modo superficiale.

Pertanto studiare un materiale oggi, attraverso modalità poco profonde come letture multiple e prove di ripetizione, ci farà avere una sensazione di conoscenza poco durevole, e al momento dell’annuncio di una prova in classe, magari dopo 10 o 15 giorni dallo studio, quel materiale… beh, va ristudiato quasi completamente.

Questo è normale con uno studio dispersivo, poco profondo e tendenzialmente superficiale.

La memoria ha un andamento molto chiaro, la curva dell’oblio, ovvero della dimenticanza, lavora incessantemente e lo fa fin dai primi momenti dell’immagazzinamento di un’informazione.

Questo porta moltissimi ragazzi, e molti genitori con loro, a pensare che l’unica soluzione per passare un compito o un’interrogazione con un buon risultato sia quella di rimandare lo studio in un momento molto vicino al momento del test, finendo così però per accumulare lo studio tutto alla fine, quando diventa impossibile dedicare a ciascun argomento il tempo necessario alla completa comprensione e al consolidamento.

Il processo per memorizzare è sforzo di ricordare

C’è un’importante principio di funzionamento dell’apprendimento e della memoria in genere, che prevede che qualsiasi apprendimento significativo può  davvero verificarsi solo se l’individuo si è riesposto più e più volte alle stesse informazioni, se c’è stato quindi un PROCESSO di recuperi successivi allo studio, nel quale lo studente ha rivisto, rievocato e utilizzato quelle stesse  informazioni.

Questo è il motivo per cui, spesso, quando lavoro con gli insegnanti, spiego come un argomento trattato in classe non debba in ogni caso mai diventare parte di una prova finchè  non sia stato rivisto, sempre in classe, almeno in una volta successiva. Ma questo è facile da comprendere e se dovessimo essere precisi, una sola rieposizione non è comunque davvero sufficiente: diciamo che è più un “atto in extremis” che salva programma e risultato, senza davvero essere efficace per nessuno dei due.

Quindi, tornando a noi, ecco la soluzione efficace: non studiare oggi e non riprendere mai in mano l’argomento fino alla comunicazione della data del compito, non lasciare tutto per l’ultimo momento per lavorare su una memoria di breve termine su cui di fatto non possiamo davvero contare, ma lavorare subito sul materiale, un po’ alla volta, mano a mano che l’insegnante spiega, in modo da contenere il carico cognitivo e non fornire eccessive informazioni alla nostra mente in un periodo di tempo ristretto, e avere quindi davanti tutto il tempo per riprendere quello stesso materiale più e più volte.

Di fatto, non sembra nulla di diverso dal vecchio “consiglio della nonna”, con l’unica differenza che questa modalità operativa è supportata dalla scienza e che la psicologia dell’apprendimento, con HEBB in particolare ma anche con tutta una serie di studiosi che nel tempo hanno approfondito campi diversi di questo vasto argomento, da Hebbingaus ad Ausbel, ha più volte confermato.

In ogni caso non si tratta solo di una gestione del tempo, che già di per se per uno studente sembra non essere così banale, ma anche di attuare strategie di studio che consentano davvero di poter tornare sopra all’argomento più e più volte: se infatti studiamo attraverso semplici riletture continue, o facendo interminabili riassunti, riesporsi alle informazioni di studio nei giorni successivi diventerebbe una procedura lunga, oltre che noiosa, e quindi insostenibile ai più.

Ecco perché, nel momento dello studio, devo lavorare su strategie che mi consentano un ripasso veloce, equilibrato ed efficacie.

Le strategie di studio sono utili infatti quando sono attuate all’interno di un quadro non semplicistico, ma strutturate per essere utili alla fase successiva di studio, che deve essere presente: il Metodo non è un insieme di tecniche disgiunte tra loro, ma un quadro organico che prevede un cambiamento organizzativo generale, consapevole e volontario.

Su www.strategiediapprendimento.it trovi info per lavorare sul Metodo con tuo figlio.

Ricordare inizia con una buona elaborazione delle informazioni: produrre schemi e mappe è una delle strategie migliori per elaborare materiale nuovo, per iniziare a consolidarlo in modo efficace. MappiAMO è il corso pratico e approfondito per realizzare mappe che permettano un processo elaborativo delle informazioni significativo e adatto a comprensione e memorizzazione.

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Io sono Sara Dal Cin e mi occupo di Metodo di Studio, apprendimento, memoria e organizzazione. Aiuto tuo figlio, dai 9 ai 18 anni, a studiare più efficacemente.

Buono Studio!

saradalcin
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