STUDIARE PER RICORDARE, UN PROCESSO SEMPLICE?
La nostra memoria di lavoro, ossia dove inizialmente conserviamo nuove informazioni, è purtroppo piuttosto piccola. Affinché l’apprendimento abbia luogo, queste informazioni devono essere trasferite nella memoria a lungo termine, che è davvero ampia.
Sembra abbastanza semplice; tuttavia, c’è un collo di bottiglia tra i due, il che significa che le informazioni che non vengono trasferite vengono alla fine perse e dimenticate. La “teoria del carico cognitivo” consiste nel riconoscere questo collo di bottiglia e utilizzarlo per migliorare il trasferimento di materiale tra la memoria di lavoro e la memoria a lungo termine.
Ecco che dobbiamo presentare quindi l’effetto di ridondanza. Fa parte della teoria del carico cognitivo e afferma che fornire agli studenti informazioni irrilevanti mentre stanno imparando qualcosa ostruirà la loro memoria di lavoro. Ciò significa che potrebbero ricordare le cose sbagliate, non le parti delle informazioni che effettivamente vogliamo che ricordino.
ATTENTI DELL’EFFETTO RIDONDANZA PER MIGLIORARE L’INSEGNAMENTO E LO STUDIO
Fortunatamente, essere consapevoli di questo effetto ci permette di escogitare strategie per aggirarlo. Ecco quattro modi in cui possiamo utilizzare la conoscenza dell’effetto ridondanza per migliorare l’apprendimento dei nostri studenti e figli:
1) Riduci il numero di parole (sulle slide, negli appunti, negli schemi)
Insegnante, se le tue slide contengono troppe parole, non puoi essere sicuro di quali ricorderanno i tuoi studenti. Nel peggiore dei casi, ricorderanno quelle sbagliate e, nel migliore dei casi, sarà meno probabile che ricorderanno quelle giuste. Essere concisi costringe a stabilire la priorità, il che significa che verranno evidenziati solo gli stimoli più importanti.
Genitore, aiuta tuo figlio a realizzare schemi concisi, senza frasi, ma con singoli concetti. Aiutalo a trovare le parole chiave che possano sostituire frasi o riassunti, o locuzioni complesse che non aggiungono valore aggiunto all’argomento da studiare.
2) Non parlare delle tue slide
Insegnante, se hai informazioni chiave sulle tue slide, dai agli studenti tutto il tempo per leggerle. Se stai parlando di qualcos’altro mentre stanno cercando di elaborare il contenuto della diapositiva, è molto improbabile che assorbano completamente ciò che stai dicendo e ciò che stanno leggendo.
3) Limitare le animazioni delle presentazioni
È assurdo pensare a quante ore si trascorrono ad aggiungere animazioni suoni a PowerPoint. Questi, fatti con l’obiettivo di rendere la lezione più divertente o più coinvolgente, spesso includono l’aggiunta di musica e suoni di sottofondo. Ma l’aggiunta di “campane e fischietti” o di immagini volanti, migliora effettivamente l’apprendimento?
I ricercatori hanno scoperto che gli studenti che non sono distratti da immagini non pertinenti o suoni di sottofondo durante le lezioni sono in grado di ricordare uno sbalorditivo 76% in più rispetto a quelli che ricevono lezioni ricche di questi stimoli. È probabile che gli studenti ricordino purtroppo più le animazioni del contenuto, il che blocca la loro memoria di lavoro.
4) Non permettere la musica durante lo studio
Genitore, i ricercatori hanno scoperto che gli studenti che ripassano mentre ascoltano musica (soprattutto se la musica contiene un testo) ricordano molto meno di quelli che ripassano in silenzio. Questo perché la musica compete per l’attenzione con il materiale che i ragazzi stanno cercando di studiare.
CONCLUSIONE
STUDIARE PER RICORDARE, UN PROCESSO SEMPLICE?
Di certo, no. Molti sono gli aspetti che possono influenzare negativamente lo studio. L’effetto ridondanza, una parte della teoria del carico cognitivo, sembra essere un aspetto da tenere sempre in considerazione. Non usare una quantità eccessiva di parole sulle slide, negli schemi, negli appunti presi in classe, limitare le animazioni inutili, non parlare sulle diapositive e incoraggiare gli studenti a non ascoltare musica con testi mentre studiano sono tutte strategie che, insieme, aiutano a mantenere un carico cognitivo basso e, pertanto, a lasciare “spazio” affinché le informazioni rilevanti arrivino al cervello 😉 dei nostri ragazzi!
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